LE GORE
La
città di Prato era dotata di un complesso sistema di canalizzazione
delle acque, fin dal XIII secolo che, grazie a sbarramenti e gore,
attraversava la città in varie direzioni.
Le acque del Bisenzio erano incanalate a monte di Prato, nella zona detta salto del "Cavalciotto", intorno alla quale si espresse anche Galileo Galilei (le strutture idrauliche del "Cavalciotto" si incontrano lungo il suggestivo percorso ciclabile che da Prato sale verso Vaiano). Nei pressi di Porta al Serraglio le acque si ripartivano in quattro gore, di cui una, diretta verso la campagna, era utilizzata per l'agricoltura e per alcuni mulini e opifici, mentre le altre tre entravano in città, fornendo forza motrice alle varie manifatture cittadine.
Le acque del Bisenzio erano incanalate a monte di Prato, nella zona detta salto del "Cavalciotto", intorno alla quale si espresse anche Galileo Galilei (le strutture idrauliche del "Cavalciotto" si incontrano lungo il suggestivo percorso ciclabile che da Prato sale verso Vaiano). Nei pressi di Porta al Serraglio le acque si ripartivano in quattro gore, di cui una, diretta verso la campagna, era utilizzata per l'agricoltura e per alcuni mulini e opifici, mentre le altre tre entravano in città, fornendo forza motrice alle varie manifatture cittadine.
immagine presa da "Prato e il suo ingegnoso sistema di gore " Istituto Iqbal
UNA CITTA' DI STOFFA
L'attività laniera
caratterizza l'economia pratese già dal 1200, grazie all'abbondanza di
risorse naturali, sopratutto il fiume e il terreno che si trovava nella zona di Galceti con proprietà detergenti, che ne fa una localizzazione ideale per la produzione
del tessile. In questo periodo la corporazione della lana riunì tutti i tessitori pratesi per regolare la produzione dei tessuti.
Francesco di Marco Datini (1335-1410) dette un grande impulso commerciale all'attività tessile della città. Attraverso la rete dei suoi magazzini, mentre a Prato arrivarono, sempre a mezzo della mercatura atiniana ovvero di Datini , lane pregiate e coloranti
Francesco
di Marco Datini nato nel 1335 a Prato è stato un mercante italiano,
detto spesso “ il mercante “ di Prato. Si trasferì ad Avignone dove operò fino al 1382. Tornato nella sua città con la moglie Margherita Bandini, fondò una specie di compagnia costituita da società di capitali (Avignone, Firenze e Pisa).
Visse
tra Prato, dove costruì il suo bel palazzo, e Firenze; si dedicò al
commercio di ogni genere di mercanzia, dal grano alla lana, dal
pellame ai panni, agli oggetti preziosi; a Prato fondò un lanificio
e una tintoria, a Firenze una compagnia bancaria. Si deve a Datini
anche la costruzione della Villa del Palco a Filettole.
Francesco
morì il 16 Agosto del 1410 disponendo l'istituzione del “Ceppo dei
poveri di Francesco di Marco” a cui lasciò i suoi averi.
Il
Palazzo Datini, rappresenta un raro esempio di edificio laico
tardo-gotico,
affrescato sulle pareti esterne adesso al piano terra accoglie un museo dove si possono ammirare gli splendidi affreschi che il mercante aveva commissionato. Parte del Palazzo è
occupata dall'Archivio di Stato che conserva il prezioso fondo
documentario del mercante, con un imponente in carteggio di circa
150.00 lettere, scritte alla moglie Margherita.
Tra le molte attività benefiche, Datini fù
particolarmente vicino ai frati di San Francesco. Proprio in quella
chiesa si trova la sua lastra Tombale, realizzata da Niccolò di
Pietro Lamberti.
Giovanni Battista Mazzoni.....
Nel 900 l’industria crebbe il mercato tessile internazionale. Tra il 1929 e 1933
l’attività tessile subì una crisi mondiale,Prato mantenne però la sua posizione
consolidata sul mercato, tanto che furono sperimentate con successo nuove
fibre artificiali. Nel periodo bellico tra il 1941 e il 1944, a causa dei danni
sostenuti con i bombardamenti, l’industria tessile di Prato subì un duro colpo
ma dopo la Liberazione ci fu un momento molto florido questo avvenne
grazie alla richiesta di vestiti che popola guerra mancavano
dopo la guerra molti uomini del sud salirono a prato in cerca di lavoro e
quindi ci fu un boom economico che duro per un bel po di tempo
Dagli anni ’60 in poi ci fu lo sviluppo dei macchinari e delle industri e ma
anche la scoperta di nuove materie prime. A prato pero' si utilizzava anche
stoffe pregiate come seta, lino, cachemire cotone ecc… Prato si era
sviluppata anche nel reparto della maglieria creando prodotto molto raffinati
ma sopratutto made in italy.
IL
CASTELLO DELL'IMPERATORE A PRATO
Il Castello si trova in piazza Santa Maria delle Carceri e la sua costruzione risale al 1200 ed è stata ordinata da Federico II° di Svevia per mostrare il
predominio in Toscana dell'impero sul papato.
Dove ora sorge il
castello c'era il Forte degli Alberti, i conti di Prato(IX secolo)
che venne distrutto nel 1107. Al suo posto venne costruito “Il
castello”, che servì per ospitare i Nunzi dell'imperatore Attigo
VI di Svevia e Ottone di Bruswick.
Il castello fu
costruito da Riccardo De Lentini nel 1240.
L'edificio è a pianta
quadrata, con 4 torri agli angoli, l'altre 4, di cui 2 disposte a
sperone e due del precedente castello.
L'ingresso principale
era a sesto acuto in stile Svevo.
Federico non aveva mai
abitato il castello perchè morì e quindi il castello rimane "vuoto".
Oggi il castello è un
museo “A cielo aperto” dove puoi visitare l'interno e durante
l'estate viene organizzato un cinema all'aperto.
DUOMO DI PRATO, CATTEDRALE DI SANTO STEFANO
DUOMO DI PRATO, CATTEDRALE DI SANTO STEFANO
Il duomo di prato, anche detto cattedrale di Santo Stefano sorge nel v secolo, ed è la più antica chiesa di prato. Era la principale chiesa di Borgo al Cornio e venne ristrutturata dal x al xv secolo.
Nel trecento essa venne allargata a causa della grande popolarità della Cintola: prima venne costruito il transetto poi venne eretta la cappella della cintola. Inoltre gli edifici che si trovavano davanti alla chiesa vennero demoliti e fu creata un grande piazza in modo da ospitare le enormi folle che venivano ad osservare la cintola. Inizialmente esisteva soltanto la pieve di S. Stefano che fu edificata nel XII secolo ma già questa era ricca di elementi architettonici che furono poi ampliati anche nel XIII secolo con l'intervento,nel 1211, del maestro Guidetto, marmorario del duomo di Lucca. Sempre progettato da Guidetto nel 1200 venne costruito il campanile che venne terminato nel 1356. In quegli anni si terminò anche il transetto iniziato nel 1317. Tra il 1386 e il 1390 fu costruita la cappella della Sacra Cintola e sempre nel 1386 fu iniziata la costruzione dell 'attuale facciata sovrapposta a quella antica. All’interno della Cattedrale di Santo Stefano sono presenti alcune cappelle decorate con affreschi e abbellite da opere prodotte da artisti prestigiosi. La prima cappella che troviamo dopo l’ingresso sulla sinistra, è quella della Sacra Cintola reliquia portata da Gerusalemme a Prato in età medievale. Proseguendo verso l’altare troviamo ai piedi della balaustra, la cappella del Santissimo sacramento. Il transetto è composto invece dalla cappella Vinaccesi dalla cappella dell’Assunta la cappella Maggiore di Filippo Lippi e infine le cappelle Manassei e Inghirami.
PIAZZA DEL DUOMO
Piazza del Duomo a Prato è, per la presenza della cattedrale di S. Stefano, il cuore religioso della città. Fu grazie all'arrivo della preziosissima reliquia della Sacra Cintola che la zona ebbe un'organizzazione a piazza aperta vera e propria, per accogliere le folle di pellegrini, desiderosi di vedere la cintura della Madonna secondo la tradizione portata in città nel 1141 dal mercante Michele Dagomari da Prato, di ritorno da Gerusalemme. La forma attuale venne assunta all'incirca nel Trecento, quando venne allargata abbattendo le case che si affacciavano davanti alla facciata del Duomo, fra le quali c'era anche quella di Michele Dagomari, per il crescente flusso di pellegrini, nello stesso periodo in cui venne ingrandita la cattedrale.
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